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Una mattina di marzo nella Chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna


Chiesa di San Giacomo Maggiore, Bologna

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Supplica di Francesco del Cossa a Borso d'Este

Trascrizione della supplica inviata il 25 marzo 1470 da Francesco del Cossa a Borso d'Este. Il pittore si lamentava per il basso compenso assegnatogli per la decorazione della parete est del salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia. Il documento fu scoperto nel 1885 da Adolfo Venturi nell'Archivio di Stato di Modena. Francesco del Cossa, Aprile , dettaglio, parete est Salone dei Mesi, Palazzo Schifanoia, Ferrara foto tratta dal sito Lombardia beni Culturali «Ill.me Princeps et Excel.me Domine Domine mi Singularissime etc. Adí passati insieme cum li altri dipintori suplicai ad V.Sig.ria supra il pagamento dela salla de Schivanoglio: Dove V.ra Sig.ia ripose che se instasse la relacione: Ill.mo principe io non voglio esser quello il quale,  et a pelegrino de prisciano et ad altri Venga a fastidio, pertanto mi sonto deliberato a ricorrere solo a V.ra Sig.ia per che forsi a quella pare on egi stato referito che li sono de quelli che bene poteno stare contenti  et sono tropo p...

Giuseppe De Nittis: en plein air sulle pendici del Vesuvio

"L'amour du Vésuve - de la montagne - m'était venu comme il vient à tous, et surtout alors [...] cette beauté, sauvage aux heures de silence, et superbe de gaieté quant montaient les lourds cacarrosses miroitants et les mules harnachées de pourpre et de cuivreries"  Giuseppe De Nittis Paesaggio vesuviano con la neve , 1872,  Collezione privata, Vicenza   Sulle falde del Vesuvio , 1872, Galleria d'Arte Moderna di Milano   Sulle falde del Vesuvio , 1872,  Galleria d'Arte Moderna di Milano   Sulle falde del Vesuvio , 1872,  Galleria d'Arte Moderna di Milano Alba sul Vesuvio , 1872   Veduta del Vesuvio, 1872

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Stefano da Ferrara e la Madonna del Pilastro nelle Vite del Vasari Stefano da Ferrara è menzionato due volte nell'edizione Giuntina delle Vite del Vasari. La prima in forma dubbiosa come amico del Mantegna dove però è segnalata correttamente la sua attività di frescante presso la Basilica del Santo. "Fu similmente amico del Mantegna Stefano pittor ferrarese, che fece poche cose ma ragionevoli; e di sua mano si vede in Padoa l’ornamento dell’arca di S. Antonio, e la Vergine Maria che si chiama del Pilastro" . Essendo documentato tra il 1349 e il 1376 non è plausibile che possa essere stato amico del Mantegna nato quasi certamente nel 1431. Sempre Stefano da Ferrara è citato una seconda volta nella vita di Carpaccio dove il Vasari presenta diversi pittori veneti e lombardi. In questo caso il resoconto appare sostanzialmente preciso per quanto riguarda la situazione degli artisti che operarono a Padova nel corso della seconda metà del Trecento quali Altichiero da Zevi...